mercoledì 3 settembre 2008

Un Viaggio MeravigliosoI

Eccoci tornati dal Tour de Force delle vacanze e nei nostri viaggi nella rete ci siamo imbattuti in questa cosa bellissima godetevela...

domenica 10 agosto 2008

FORTUNATO ALOISI: IL POETA

E allora che l'uom nell'altro uomo trova
il comune valor dell'esistenza.
"Stare tra mille uomini a che giova,
s'hanno in comune l'indifferenza".
Oggi è pur ver che la società nuova
per generale presa di coscienza
i popoli affratella, ma ha cultura:
allora sol del cuore 'ra ansia pura.

Fortunato Aloisi ( Leonessa )

sabato 9 agosto 2008

MANITUANA

SOCIAL COMMUNICATION

IL CAPPELLO DEL SIGNOR CAMPBELL


Al mercato di Covent Garden, per sedici scellini, il signor Campbell comprò un cappello di castoro da regalare a suo figlio.
L'ambulante giurò che si trattava di castoro puro, niente pelo di coniglio mescolato in mezzo.
In realtà non poteva saperlo.
Aveva preso il cappello all'ingrosso, insieme a un sacco di altra merce, a casa di Greasy Harry, che viveva proprio dietro la piazza.
Harry aveva due mocciosi che lavoravano per lui. Li aveva comprati all'inizio dell'inverno da uno spazzacamino che non sapeva più che farsene. Li aveva pagati una sterlina, ed era stato un buon investimento. I due avevano un talento speciale per i cappelli. 
Per un tricorno come quello del signor Campbell, che sembrava nuovo di zecca, ricevevano un pollo da sbafare per cena.
L'importante era che sembrasse nuovo. Se fosse castoro puro o mezzo castoro, nemmeno Harry lo sapeva capire.

Quando i due gli avevano rubato il cappello, il signor Devon stava comprando un sacchetto di arance da tirare a teatro. Aveva sentito la testa farsi più leggera, s'era girato di scatto ma, in mezzo alla folla di Drury Lane, nessuno fuggiva con l'aria del ladro. Nascosto dentro la gerla, sulle spalle di suo fratello, il piccolo Nathaniel aveva carezzato il feltro.

Nemmeno tre giorni prima, il prezioso copricapo faceva bella mostra di sé nella bottega di Amber & sons, venduto al prezzo ragguardevole di una ghinea.
Il signor Amber era famoso in tutta Londra per i suoi pezzi di castoro puro lavorato in Russia. I Russi avevano finito da tempo la materia prima, ma custodivano il segreto per produrre il feltro dalle pelli secche senza carotarle. 
Amber acquistava le pelli una volta all'anno dal signor Pond, un affiliato della North West Company. Pagava quindici scellini per il castoro grasso e diciassette per quello secco. Spediva in Russia le migliori pelli secche e teneva il resto per la sua fabbrica di Spitalfield. Almeno sei lavoratori a giornata, aiutati dalle mogli, ripulivano le pelli dai peli esterni, tosavano la lanugine, la trattavano col nitrato di mercurio. Purtroppo il carroting comportava sempre una perdita di qualità e la lana prendeva una netta sfumatura arancione. Un'alternativa era il castoro grasso, che non richiedeva quel passaggio, ma era comunque più scadente. La seconda alternativa era il segreto dei Russi, ma tra viaggio di andata, manodopera e ritorno, i pezzi di feltro finivano per costare tre volte tanto. Ai carotari, il signor Amber dava due scellini a giornata. Alle mogli, niente. Poi c'erano gli operai che pettinavano la lana sui tavoli traforati, la scaldavano a vapore, la bollivano nelle vasche di metallo. Asciugavano i pezzi sulle forme di legno, li passavano con la pomice, li indurivano con l'amido. Ogni mese il signor Amber pagava due ghinee agli operai specializzati, e qualche volta anche di più, per tenerli buoni, ché le loro mattane mettevano paura.

A Montreal, i francesi che lavoravano per il signor Pond erano pagati poche sterline a stagione. Quella primavera, nel viaggio di ritorno da Fort William, s'erano dovuti spezzare la schiena più del solito, perché un paio di loro aveva lasciato la brigata per correre dietro a due squaw. 
Jacques Dupont e Anton Martin volevano cambiare vita. Basta con la bassa manovalanza, gli ingaggi, l'ernia, le scadenze. Basta viaggi di duemila miglia aggirando rapide e cascate con le canoe sulle spalle e quintali di pelli. Dupont e Martin volevano sposare un'indiana, avere figli métis, guadagnarsi il diritto di svernare con la tribù. Quella era vita. La vita di Bernard Seurac.

Seurac viveva con gli indiani tutto l'anno. Al primo disgelo, caricava la sua canoa con un migliaio di pelli e in capo a cinque settimane tornava da Fort William con la mercanzia. Per ogni pelle secca pagava una libbra di polvere. Ce ne volevano sette per una coperta, quattro per un gallone di brandy, quattordici per un fucile, sedici per una libbra di pigmenti cinesi per il corpo. I prezzi erano appena più bassi per il castoro grasso, cioè la pelliccia indossata per un anno, ammorbidita dal sudore ma sciupata per l'uso.

In quella stagione di caccia Guillaume Tekanstewhere aveva raccolto centoventi pellicce. Centoventi roditori che s'erano avvicinati alla trappola, attratti dall'odore del muschio impregnato di castoreum, il liquido che usciva dalle ghiandole dell'animale. Centoventi roditori annegati, le zampe bloccate nella morsa di ferro. 
Centoventi roditori che fiutarono l'aria e squittirono, nel loro torrente celeste, quando il signor Campbell consegnò a suo figlio un cappello di puro castoro per il suo compleanno.

05 febbraio 2007


Wu Ming

PONTIAC STORIA DI UNA RIVOLTA


Se volete farvi un bel regalo ... Un viaggio stracolmo di avventure... suoni, musiche e belle parole...  un consiglio da amici:

Scaricate l'audio libro... e partite...

venerdì 1 agosto 2008


Scarta la tua anima

Strappala alla vita

E offrila a questa notte

Dove i tuoi occhi affilati come lame di luce

Tagliano la via  ai miei sogni

Entra decisa nel vortice delle nostre esistenze…

Incrina, senza paura, le nostre certezze

Vivi

Senza paura, esalta gli odori, scappa, fuggi…

Ma poi… torna

Più bella, più bella…

lunedì 14 luglio 2008

INCONTRO ALL'INVERSATURO

Beh... dire chi si può incontrare all'INVERSATURO non è cosa semplice...

un momento sei solo come un cane, il tempo di una sigaretta e ti ritrovi circondato da decine di "viandanti".

Sicuramente puoi incontrare Claudio: è sempre li ad accoglierti.

Uomo d'altri tempi, sguardo fiero e penetrante, non gli sfugge nulla.

Se hai intenzione di barare con lui caschi male. E' uno dei più esperti conoscitori dell'animo umano che abbia mai incontrato, ma è anche uno dei più grandi conoscitori dei luoghi che circondano l'INVERSATURO... i Monti della Laga, il Lago di Scandarello, i canaloni, gli altopiani, Campotosto...  luoghi di lupi e cinghiali... ma anche di carpe, lucci, siluri, scardole... 

Incontrare Claudio e passare con lui  ore a parlare di avventure montane è la cosa più affascinante che ti può accadere.

Se hai voglia di scoprire le terre Amatriciane e i suoi uomini affidati a Claudio e lasciati guidare.

Allora il viaggio si farà intrigante e un'altra storia si aggiungerà alle tante che Claudio può raccontare...

A proposito ancora non vi ho detto dove trovare l'INVERSATURO... beh... chiedetelo ad Amatrice e qualcuno ve lo indicherà...

domenica 13 luglio 2008

INVERSATURO " La locanda del Viaggiatore "

Un itinerario presuppone l’idea di un viaggio. Ma siamo sicuri che viaggiare sia poi il motivo ricorrente dei nostri pensieri?

Ebbene si…

Viaggi intorno al mondo, viaggi nella propria città, viaggi fra gli oggetti della propria stanza, ed, infine, viaggi nella propria mente. Arditi, avventurosi, cammini impervi, spesso banali, giocondi, giocosi.

Allora è possibile tracciare un itinerario, una mappa, segnare coordinate?

E’ possibile ma non lo vogliamo fare… Un itinerario, ammesso che si possa considerare tale, per noi è un non - itinerario, o un itinerario a posteriori, ricavato.

L’idea di un viaggio va amata e odiata, desiderata e respinta, cullata e malmenata, perché il viaggio è una cosa seria, e come tutte le cose serie vive di contraddizioni, affermazioni e negazioni, bianchi e neri, e per raggiungere gli uni o gli altri si deve passare per sconfinati deserti, grandi distese marine, impossibili catene montuose, ammesso… Che si decida di viaggiare…

A meno che qualcuno non ti costringa…

e intanto è nata INVERSATURO la locanda del viaggiatore.... proprio ad Amatrice.... lungo la via dei grandi viaggi.... e forse vale la pena scoprirla... ma questa è un'altra storia...